Questo è un articolo dedicato a chi desidera idee da valutare circa su cosa investire nel 2017 a lungo termine o in questo preciso momento. Pubblichiamo infatti sia due tabelle aggiornate settimanalmente con i migliori titoli quotati su Piazza Affari, su base settimanale, mensile e trimestrale, ma anche una lista di titoli internazionali da tenere d’occhio, secondo quanto afferma la banca d’affari Morgan Stanley.
Questa società di investimento con sede a New York, ha infatti pubblicato una lista con le migliori azioni da comprare nel 2017 con il maggiore rendimento atteso nel triennio che si conclude nel 2019. Quindi, si tratta di uno studio condotto per il lungo termine, ovvero per l’investimento in azioni tradizionale.
Ad ogni modo, di queste previsioni abbiamo fatto una selezione in base alla solidità dell’azienda e in base alla sintonia con le previsioni di altre società d’investimento. Oltre le azioni, faremo il punto sulle previsioni sul prezzo del petrolio nel 2017 e su altri asset. Poiché il nostro è un portale dedicato al trading online, andremo non solo a interpretare e commentare la selezione di Morgan Stanley, ma andremo anche ad evidenziare quali dei titoli selezionati potrebbero essere ottimali anche per l’approccio a breve termine tipico del trading online e in quali specifici momenti.
Contenuti
Migliori azioni italiane del momento, azioni in crescita
Partiamo dalle migliori azioni italiane, ovvero quelle che stanno mostrando il migliore rendimento su base mensile e trimestrale. L’elenco di tali azioni verrà aggiornato settimanalmente (ultimo aggiornamento: 24 SETTEMBRE 2017). Questi titoli quindi dovrebbero essere ottimali per un investimento azionario della durata di un anno (salvo poi la volontà di attendere oltre), così come per il trading a medio termine.
Migliori Titoli Italiani del periodo | Variazione ultimo MESE | Var ultimo TRIMESTRE |
LANDI RENZO |
+51%
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+36%
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GEFRAN |
+45%
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+49%
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ELICA |
+43%
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+42%
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BORGOSESIA |
+37%
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+98%
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SAES GETTERS |
+35%
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+30%
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FIAT CHRYSLER AUTOMOBILES |
+31%
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+53%
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EMAK |
+24%
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+9%
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SABAF |
+22%
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+32%
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IRCE |
+22%
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+14%
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CERAMICHE RICCHETTI |
+10%
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+32%
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Come si può notare, abbiamo evidenziato in grassetto quei titoli che nell’ultimo mese hanno avuto una performance in crescita rispetto a quella (già positiva) dell’ultimo trimestre. In pratica, abbiamo messo in evidenza quali dei migliori titoli da acquistare stanno avendo più successo nell’ultimo mese. Ricordiamo che questa tabella verrà aggiornata ogni domenica. Ultimo aggiornamento: 24 SETTEMBRE 2017.
Migliori Titoli della settimana su Piazza Affari | Variazione |
LANDI RENZO | +26% |
GEFRAN | +14% |
CEMBRE | +14% |
ALERION | +13% |
FIERA MILANO | +12% |
BUZZI UNICEM | +11% |
ISAGRO | +9% |
TREVI FIN IND | +9% |
ELICA | +6% |
TISCALI | +6% |
Tra le migliori azioni della settimana quotate a Piazza Affari, troviamo le azioni Deutsche Lufthansa come unica presente sia in questa classifica che in quella mensile e trimestrale. Ultimo aggiornamento: 2 LUGLIO 2017.
Azioni Apple
Tra le azioni su cui investire nel 2017 secondo la selezione vi sono le azioni Apple, da anni ormai uno dei titoli più interessanti del settore informatico e dell’elettronica. Al momento si trovano sotto la soglia dei 115$ ma Morgan Stanley pone un prezzo obbiettivo a 135$.
La nostra opinione è che Apple non sia un titolo facile. Nel lungo periodo la concorrenza si potrebbe fare ancora più agguerrita e preparata. Nel breve e brevissimo periodo, ovvero quello preferito dai trader online, abbiamo visto quanto questo titolo sia molto interessante nei periodi in cui iniziano ad essere svelati i nuovi prodotti, specie se innovativi. Le abilità di marketing di questa azienda sono impeccabili, anche se non sempre le idee legate ai prodotti hanno avuto il successo sperato (ultimo caso, gli Apple Watch).
Proprio la grande intensità di queste campagne marketing e la vivacità che il titolo mostra nell’arco di un solo anno, consente di poter ottenere risultati anche in un solo anno anziché tre. Tuttavia, se un anno può andare peggio del previsto, allora un allungamento del mantenimento del titolo (con annessa analisi dei bilanci e dei piani aziendali) può risultare più efficace.
Quindi, mentre per il trading online su Apple è consigliabile attendere i periodi più intensi da un punto di vista di marketing al fine di aprire posizioni rialziste o ribassiste per pochi giorni o addirittura poche ore, per l’investimento azionario tradizionale potrebbe essere più sicuro l’approccio a 3 anni anziché uno.
Azioni Alphabet e Facebook
Le azioni Alphabet, che potremmo per facilità di comprensione nominare azioni Google, hanno riscosso un target price di 900$. Le azioni Google, quotate sul Nasdaq e facenti parte del settore tecnologico legato al web, nel lungo periodo hanno offerto un trend al rialzo, passando dai 300$ del 2011 agli 800$ del 2016. Tuttavia, il percorso è stato tutt’altro che semplice. Si tratta infatti di un titolo che nel breve periodo presenta spesso forti variazioni, che possono incidere notevolmente sul capitale del trader. Chi ha investito in azioni Google nel corso degli ultimi anni ha avuto l’opzione di attendere tempi migliori (e trovandoli!), mentre i trader hanno assistito e assistono a onde che per i “surfisti” più attenti e specializzati su questo titolo hanno potuto offrire profitti anche molto alti in tempi rapidi, mentre altri non avranno colto al volo l’onda o peggio avranno subito delle perdite. Ad ogni modo, le azioni Alphabet offrono continuamente occasioni di trading interessanti, perciò lo consigliamo come titolo da valutare per il trading con i CFD su azioni Alphabet online.
Le azioni Facebook, quotate sull’indice Nasdaq e facenti anch’esse parte del settore della tecnologia legata al web, vedono un target price con termine 2019 di 140$. Come abbiamo potuto vedere nel corso del tempo, queste sono da includere tra i titoli più difficili da negoziare nel breve termine. Certo, con l’investimento azionario tradizionale si sottoscrive l’acquisto di titoli e semplicemente si aspetta che questi facciano “il loro corso”, ma per il trading su azioni Facebook e sulle contrattazioni a breve termine in generale il titolo Facebook presenta una volatilità costante e a volte anche molto forte. Chi ha investito in azioni Facebook tramite l’acquisto di titoli ha potuto godere di rialzi costanti nel lungo termine. Nel 2013 è passato da 28$ a 56$, nel 2014 è passato da 56$ a 78$, nel 2015 è passato da 78$ a 105$, nel 2016 sta passando da 105$ a una quota superiore, non ancora definitiva in quanto questo articolo viene pubblicato entro la fine dell’anno. Presumibilmente sarà compresa tra 115$ e 130$. A proposito di volatilità, dal 21 ottobre al giorno 11 novembre il titolo è passato da 132$ a 119$, una variazione non di poco conto, che ha sicuramente premiato i trader ribassisti. Non sono mancati, per “par condicio” anche tanti altri episodi che hanno favorito i trader rialzisti.
La volatilità, sia per le azioni Alphabet che per le azioni Facebook può essere vista anche in senso positivo, non solo per i trader più audaci, ma anche per chi detiene azioni. Infatti, con una maggiore volatilità non vanno contati solo rischi ma anche forti possibilità di guadagnare con le azioni in tempi brevi.
A tal proposito, per chi non fosse propriamente del campo, l’essere rialzista o ribassista non è una “scelta di campo”, bensì una decisione temporanea e contestuale, a seconda delle previsioni sul titolo basate su analisi di tipo tecnico e fondamentale.
Amazon
Le azioni Amazon, quotate sul Nasdaq e facenti parte del settore tecnologico legato all’e-commerce, rappresentano uno dei titoli maggiormente cresciuti dall’inizio del suo percorso in borsa. Partendo da una quotazione di 1,49$ nel 1997, nel 2016 hanno sfondato di molto quota 800$, per poi virare leggermente fino a quota 750$ per una presa di profitto collettiva e meritata dei maggiori azionisti. Il titolo Amazon vede il target price di Amazon per il 2019 a 800$ e ciò è più che plausibile, tuttavia il percorso difficilmente sarà facile come quello visto finora. Infatti, a parte due forti ribassi del titolo (di 80$ nel 2014 e 172$ nel 2016, anno in cui è successivamente esploso), le azioni Amazon hanno affrontato un cammino piuttosto “semplice”, graficamente parlando, dagli 1,49 alla quotazione attuale vicina agli 800$. E quindi? Il prezzo dovrebbe crescere così poco? In realtà, il target price di 800$ è stato stilato nel mese di aprile, ragion per cui chi ha già approfittato del loro consiglio, ha già potuto godere di un rialzo da 594 a 839 per titolo in soli 6 mesi.
Essendo questo articolo dedicato al futuro, ripetiamo che la continuazione del percorso in salita del titolo vedrà probabilmente molte più difficoltà rispetto al 2016. Certo, molto dipenderà dalle strategie di mercato e dalle nuove proposte del sito di Amazon, ma pensiamo che il 2017 per Amazon potrà essere molto più interessante per i trader, che per gli investitori. Riteniamo che un periodo particolarmente vivace in tal senso sarà quello relativo ai primi due mesi del 2017, ottimali per il trading online su azioni Amazon.
Azioni Ferrari
Non si tratta di uno dei titoli proposti da Morgan Stanley, che invece si concentra sulle azioni prettamente statunitensi, ma di una nostra valutazione in base ai dati dell’ultimo triennio della società, che fortunatamente è andata molto meglio del team di Formula Uno nel 2016. Nella nostra sezione dedicata alle azioni Ferrari abbiamo visto quanto questo titolo sia potenzialmente interessante, considerati i risultati ottenuti dalla società sui bilanci dell’ultimo triennio. L’approdo in borsa a New York prima e Milano poi, ha consentito di poter accedere alle contrattazioni e al trading online su titoli Ferrari. Per le azioni Ferrari nel 2017 sarebbe meglio un discorso a lungo termine, che preveda un investimento azionario della durata di almeno un anno, tuttavia vi saranno dei momenti particolarmente vivaci anche per il trading online, almeno sicuramente in corrispondenza dei periodi relativi alle relazioni trimestrali e al bilancio semestrale.
Petrolio nel 2017, tra accordi OPEC e non-OPEC
La fine del 2016 sarà cruciale per poter effettuare delle previsioni sul prezzo del petrolio, per via del meeting OPEC in programma, dovrebbero (condizionale obbligatorio) optare per un taglio della produzione nel primo semestre del 2017. Tuttavia, l’OPEC non comprende produttori molto importanti, tra cui gli USA.
Sullo scacchiere degli accordi internazionali sono piombate diverse novità. Se nell’ultimo anno abbiamo potuto vedere appieno gli effetti del ritorno dell’Iran dopo l’accordo fatto con l’amministrazione Obama, il 2017 sarà caratterizzato dall’arrivo di Donald Trump, che in campagna elettorale ha chiarito le sue idee circa il “produrre quanto si vuole, quando si vuole”. Sebbene facesse maggiore riferimento al carbone piuttosto che al petrolio (in netto contrasto con la Cina), il discorso non si può scorporare dalla produzione di petrolio, di cui gli Stati Uniti sono primo produttore al mondo.
Quale conclusione? Prezzi del petrolio al rialzo? Così pare, ma qui torna l’ombra dello shale.
In pratica, i probabili tagli dell’OPEC andrebbero a ridurre la produzione dei paesi membri, ma potrebbero a questo punto favorire gli USA e in particolare i produttori dello shale (ottenuto con particolari tecnologie, anche più invasive) che tornerebbero a dire la propria sul mercato. Nei mesi scorsi, i produttori di shale sono stati sostanzialmente messi all’angolo per via dei prezzi del petrolio più competitivi, mentre un rialzo del petrolio, ad esempio a 60 dollari, li porterebbe di nuovo in auge, pronti ad offrire prezzi competitivi rispetto al resto del mercato. Proprio lo shale è stato tra le principali cause del forte ribasso del petrolio avvenuto dal 2014, ed ora potrebbe andare a pesare nuovamente sui risultati che si otterrebbero con il possibile accordo.
Ma ad ogni modo, si tratterebbe di trovare degli accordi in cui tutti si pongono dei limiti. Riusciranno OPEC e non-OPEC a trovare tale accordo? Per ora, le previsioni parlano più chiaramente a proposito della domanda di petrolio, che nel 2017 dovrebbe crescere, sintomo che la grande onda dell’economia internazionale, almeno quella, si muove in senso positivo, in crescita.
Per quanto riguarda le previsioni sul prezzo del petrolio, diverse società d’investimento puntano ad un rialzo del brent a 60$. Tale quota potrebbe essere raggiunta subito dopo gli accordi, a cavallo tra 2016 e 2017. Saranno quindi da prendere in alta considerazione per il trading online sul petrolio i giorni interessati alle fasi più concrete del meeting OPEC.